2013-14
Ink-jet printing, 86×56
“Dissidentici”, museo Etnografico di Belfiore di Pramaggiore (Ve), Associazione Culturale Rizoo di Portogruaro (Ve), 2014
“Open!”, Studi aperti, Ordine degli Architetti, Gorizia, 2018
Le cartoline di viaggio raccontano di città e paesi, dei loro centri storici, di presenze architettoniche, di vuoti, di strade, di luoghi importanti, di luoghi periferici. Il soggetto è lo spazio urbano, progettato o stratificato nel corso del tempo; o, meglio, la costruzione dello spazio urbano e la ricerca della sua forma. Grandi piazze, vicoli stretti, architetture antiche, edifici moderni, parchi e bisonti notturni, autostazioni tecnologiche, giostre felliniane, illuminazioni glaciali, lampioni di ghisa, alberi isolati, edifici in linea, edifici cubo, edifici impalcati da decenni, spazi accoglienti, spazi abbandonati. La cartolina di viaggio è di per sé ricordo di un momento vissuto in un determinato posto, è la rappresentazione di un’idea di un luogo. La sequenza, oltre all’intento documentario e alla comunicazione portata dalla singola immagine, ha l’intento di rappresentare per confronto, con contraddizioni e somiglianze, le forme e i materiali degli spazi. Sono i luoghi urbani, simili per cultura, che noi stessi costruiamo e che allo stesso tempo influiscono sul nostro modo di vivere e sulle nostre relazioni; sono i luoghi che possiamo quotidianamente visitare, vedere, vivere. E’ una ricerca su ciò che c’è, che già esiste e che la fotografia può registrare.